
Stati Uniti politiche di controllo e identità negate

STATI UNITI: POLITICHE DI CONTROLLO E IDENTITÀ NEGATE
Come il ritorno di Trump minaccia lo svuotamento delle garanzie costituzionali
A neppure venti giorni dal ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, autoritarismo e politiche di controllo lasciano libera espressione a quella volontà di allineare una società su determinati valori, rispondendo ad un eco Foucaltiano di sorvegliare e punire.
E così, tra le decine di ordini esecutivi c'è anche quello che sospenderà tutti i programmi di diversità, equità ed inclusione (DEI) in tutti i dipartimenti e le agenzie governative. La motivazione, secondo l’ex tycoon, risiede nel credere che la diversity “manipola socialmente la razza e il genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata impedendo la costruzione di una società basata sul merito". Delineando, così, la nuova politica statunitense in cui “ci saranno solo due generi: maschile e femminile”.
E così, tra le decine di ordini esecutivi c'è anche quello che sospenderà tutti I programmi di diversità e inclusione (DEI) negli Stati Uniti sono stati sviluppati a partire dagli anni 90 per garantire ambienti di lavoro o educative più inclusive e maggiori opportunità per donne, persone non bianche e comunità marginalizzate . Questa esigenza era nata sulla spinta dei movimenti per i diritti civili e sociali che, tra gli anni '60 e gli anni '80, portarono alla fine della segregazione razziale e all'approvazione delle leggi per la parità di genere.
I cambiamenti sociali degli ultimi anni hanno rafforzato questi strumenti, specialmente nel quadro più ampio delle politiche aziendali ed istituzionali, costituendo una forma di sapere non tradizionale, un esempio ne sono gli studi di genere o gli studi post-coloniali.
Tuttavia, se da un lato questi nuovi campi di studi hanno fornito una base ai suddetti programmi, dall’altro, l’ala più conservatrice -di cui Trump ha cavalcato i timori-, non si è limitata a definirne il contenuto come ‘politicamente corretto’ o ‘woke’, ma ha trascinato anche diverse imprese private (come Meta, Google, Amazon, Walmart, Ford, McDonald, Disney), inducendole a sospendere o ridimensionare i relativi programmi.
Analizzando il divieto sul settore pubblico, le conseguenze saranno, senza ombra di dubbio, molto più gravi: non solo migliaia di dipendenti pubblici verranno licenziati, ma il governo smetterà di raccogliere dati su questioni importanti come le discriminazioni razziali o il gender pay gap.
La chiara violazione delle clausole per la piena partecipazione di tutte le minoranze a tutti gli aspetti della società inserite nel 1968 nella Costituzione, apre ad un'era oscura e senza precedenti per le minoranze, lasciate sole e contro tutte le istituzioni: governo, Congresso, sistema giudiziario e ormai anche le multinazionali. Rapidamente, tutto si conforma ad una politica repressiva e ultra reazionaria.

IL MIO PAESE NON VUOLE CHE ESISTA
La volontà espressa inverte anche le misure di tutela delle persone transgender dall'amministrazione Biden, prevedendo, inoltre, che tutte le leggi, i documenti e i regolamenti federali modifichino il linguaggio eliminando ogni riferimento al genere o all'identità di genere.
La sospensione, avrà un impatto significativo per quanto riguarda l’interruzione degli strumenti di contrasto all’omofobia e alla transfobia, come dimostra l'elenco di documenti incluso nella norma che verranno modificati secondo le nuove linee guida.
Dal blocco dei fondi federali e taglio ai finanziamenti a supporto delle transizioni di genere, alla proibizione di terapie ormonali, interventi chirurgici e l’uso di bloccanti della pubertà per i minori di 19 anni, al trasferimento di donne transgender in prigioni maschili e relativa negazione all’accesso ai trattamenti medici, al divieto di partecipazione delle donne transgender negli sport femminili, si evince una realtà di iniziative volte a negare l’esistenza di 1,2 milioni di persone, che rientra in un piano di evidente matrice omofoba, transfobica, razzista e sessista, che con ogni probabilità, coinvolgerà anche il vecchio continente.
In questo sistema di violenta intolleranza verso il diverso, di frequenti tentativi di svuotamento delle garanzie costituzionali, e così anche di accanimento verso i corpi -specie se questi esprimono il desiderio di autodeterminarsi-, la politica di repressione obbliga e punisce, in aperta violazione dei diritti umani.
©mathiaswasik